L’ALTERNATIVA DELLE COMMODITY

Il settore delle commodity, che fino allo scorso decennio appariva un terreno solo per addetti ai lavori, è adesso anche opportunità di investimento, perchè oggi ci sono strumenti per accedere a mercati molto complessi, che fino ad alcuni anni fa erano di competenza solo dei professionisti.

È quindi indispensabile conoscere questo comparto, nelle sue varie sfaccettature.

In primis, le commodity sono un settore strategico per lo sviluppo. La domanda, l’offerta e la quotazione delle merci sono sempre state variabili importantissime per l’economia di ogni paese.

Un osservatorio capace di fornire tempestive informazioni sulle dinamiche espresse dai mercati delle materie prime costituisce una necessità per qualsiasi sistema economico evoluto.

Per una nazione il costo dei combustibili, degli alimentari, dei prodotti destinati all’industria concorre direttamente alla formulazione della bilancia commerciale e indirettamente a indicazioni macroeconomiche quali l’inflazione. Per un’azienda invece, prevederne i movimenti e cautelarsi contro variazioni indesiderate significa acquisire un rilevante vantaggio in termini di bilancio e concorrenzialità

Il termine materie prime è utilizzato spesso per esprimere un concetto piuttosto vago: ogni azienda può considerare in questa categoria qualunque cosa le serva per alimentare e per far funzionare i suoi impianti di trasformazione

In questo articolo, però il campo d’osservazione sarà limitato alle commodity in senso stretto, cioè ai prodotti di base grezzi, che abbiano subito soltanto le trasformazioni elementari, atte a favorire un loro successivo utilizzo industriale.

Le principali commodity negoziate sono metalli (oro, platino argento, rame, palladio, ecc) prodotti energetici (petrolio, gas, ecc) prodotti tropicali (cacao, caffè, legname, cotone, zucchero, ecc) prodotti agricoli (avena, mais, ecc) e carni.

L’elenco completo è molto più ampio ma per motivi di spazio sarebbe difficile, oltre che poco utile, elencarle tutte.

Passiamo adesso ad un’analisi più approfondita delle commodity principali.

ORO

Per capire l’evoluzione del metallo giallo il risparmiatore deve seguire la domanda di oro fisico per produzioni, quella di oro fisico per investimento e l’incidenza dei prodotti di investimento con sottostante oro.

Questo è un periodo di centralità dell’oro. Cosa è successo? Il rilancio del metallo è stato favorito dalla grande incertezza dei mercati. La comprensione del suo andamento non è agevole e non può ridursi al mix di produzione, scorte e tassazione. La capacità di bilanciamento di portafoglio con altri investimenti muove i prezzi.

La funzione dell’oro nell’asset allocation è infatti quella di bene rifugio, una garanzia per l’investimento di medio termine. In particolare uno dei rischi coperti attraverso il suo inserimento è quello di inflazione. Per un risparmiatore privato, la quota riservata all’oro non dovrebbe, secondo i gestori, superare il 5% del portafoglio.

Oltre ai molteplici prodotti finanziari legati all’oro sul mercato sono inoltre presenti anche azioni minerarie legate all’oro.

PETROLIO

Da oltre 40 anni il petrolio è la principale fonte a copertura della domanda mondiale di energia.

Il suo prezzo, come quello di molte altre materie prime, è fissato sulla base dei prezzi dei contratti future. Si rimanda alla sezione degli articoli consigliati per una spiegazione approfondita.

L’unitò di misura è il barile e il prezzo è espresso in dollari.

A livello di scambi internazionali le tipologie di petrolio sono sostanzialmente due: Wti e Brent.

Il primo è il greggio di riferimento statunitense, mentre il secondo caratterizza il petrolio di riferimento europeo e prende il nome da un giacimento nel mare del Nord.

Dal punto di vista finanziario la sua funzione più che di investimento è considerabile speculativa e di breve termine, vista la volatilità e i munerosi fattori da cui dipendono le oscillazioni di prezzo, spesso imprevedibili. Impossibile non citare a tal proposito la discesa di prezzi in area negativa a seguito del lockdown di marzo-aprile.

ALTRO

Fra i metalli non ferrosi possono risultare inoltre interessanti platino, alluminio e palladio, legati ad alcune attività industriali in espansione (ad esempio semiconduttori).

Parte rilevante la hanno anche prodotti agricoli e bestiame. Viste le numerose variabili che rendono complicato l’intero comparto, e tenendo conto delle considerazioni che si vedranno a breve,

ritengo che un loro approfondimento non sia pertinente.

COME INVESTIRE

Il mercato su cui vengono scambiate le commodity è quello dei derivati, attraverso i contratti future.

Oltre ad una difficoltà di conoscenza e informazione per l’utente privato, il principale rischio nell’uso dei future è connesso all’effetto leva e alla possibilità di perdere il capitale investito.

Il mercato dei future è contrassegnato da un’elevata volatilità anche per questioni tecniche legate all’impiego della leva e per questo li ritengo strumenti da trattare con cautela e riservati a un pubblico professionale.

L’ARRIVO DEGLI ETC

Vista la complessità del mercato dei future è dunque impossibile per l’investitore medio includere commodity nel portafoglio?

Fortunatamente no. Infatti da alcuni anni sono disponibili strumenti finanziari denominati ETC, che similmente agli ETF, sono titoli senza scadenza che replicano l’andamento del prezzo di una singola materia prima o indici, grazie all’investimento diretto dell’emittente nella commodity o in contratti derivati. Ne esistono a centinaia e investono in ogni tipo di commodity.

MUOVERSI CON CAUTELA

Nonostante la semplicità di investimento tramite ETC, bisogna sempre prestare molta attenzione e soprattutto considerare alcune informazioni che spesso sono trascurate o ignorate.

Spesso le performance di questi strumenti divergono da quelle del sottostante, soprattutto nel caso di commodity agricole o combustibili: il problema nasce dal cosidetto roll over dei future, come spiegato nell’articolo dedicato. In questi mercati prevale però quasi sempre la condizione di contango, per cui i contratti future con scadenze lontane costano di più di quelli con scadenze vicine. La conseguenza è che il rendimento dell’ETC si allontana progressivamente da quello della commodity e quindi nel medio-lungo termine sarà molto meno profittevole.

In definitiva ritengo poco adatti ETC agricoli o su combustibili all’interno di un portafoglio di medio/lungo termine.

ETC su metalli possono trovare invece una funzione di copertura/investimento in base alla strategia adottata e alle varie analisi di mercato, ma che nella maggior parte dei casi non dovrebbero superare il 5% del valore totale del portafoglio.