Le criptovalute sono monete digitali (o virtuali) che utilizzano la crittografia — una tecnica per rendere sicura la comunicazione (cifratura). Grazie a questa funzione di sicurezza, la maggior parte delle criptovalute sono impossibili da falsificare, anche se in realtà la loro sicurezza dipende anche da molti altri fattori.
La maggior parte delle criptovalute si basa un sistema decentralizzato che lavora su una tecnologia blockchain. Questa è un libro mastro pubblico di transazioni, che è mantenuto e aggiornato da migliaia di persone (miners) intorno al mondo. Tutte le transazioni sono anonime ma disponibili pubblicamente.
Ecco le principali caratteristiche delle criptovalute:
Sistema decentralizzato: come appena detto, rispetto alle normali valute tradizionali, non esiste una banca centrale che si occupa di “stampare” il denaro, controllarne il flusso, e così via
Anonimato: molte criptovalute riescono a garantire un alto livello di anonimato negli scambi che avvengono tra utenti, anche per acquisti e vendite
Numero limitato: la maggior parte delle criptovalute ha un numero “limitato” di moneta che può essere “prodotta”. Per il Bitcoin ad esempio è di 21 milioni.
Sicurezza: le transazioni che avvengono con le criptovalute sono sicure al cento per cento, proprio in virtù del particolare network che utilizzano.
Solo online: le criptovalute sono monete digitali, quindi non hanno una natura fisica. Non prevedono quindi banconote di carta o monete in metallo. Tutte le transazioni avvengono online, ma via via stanno diventando anche mezzo di pagamento nei negozi fisici, o uno strumento per cambiare e prelevare denaro contante (si pensi agli ATM). Non a caso, le criptovalute sono contenute in portafogli elettronici, definiti wallet. Che corrispondono ai nostri portafogli tradizionali.
Il Bitcoin è stata la prima criptovaluta, almeno come oggi le conosciamo, introdotta nel 2009 dal misterioso Satoshi Nakamoto. Nel corso del tempo è riuscita ad arrivare a quota 20mila dollari. I vari Halving non ne hanno scalfito il valore, anzi, è andato aumentando. Così come la messa a bando nel settembre 2017 da parte di Cina e Russia rivisto poi nel 2018. Ha visto riconoscimenti importanti, come quello del CME, la Borsa di Chicago, che ha lanciato da dicembre 2018 i Futures sui Bitcoin.
E’ prevista l’emissione di 21 milioni di bitcoin massimi. Nel 2013 è stata generata metà delle possibili monete e per il 2017 saranno generati i tre quarti. Ma come detto, il mining progressivamente andrà rallentando e rendendosi complicato. Fino a raggiungere il suo completamento entro il 2040.
Ethereum viene considerata la criptovaluta concorrente del Bitcoin. Creata da un giovane russo nel 2014, Vitalik Buterin, oltre ad essere una moneta digitale, è anche un sistema che emette smart contract. Un futuristico sistema di contratti digitali che potranno rendere facili i rapporti commerciali senza bari né intrusioni di istituzioni.
Ethereum classic è un Fork di Ethereum. Viene definito come un’evoluzione dello stesso ma ha una architettura e un algoritmo abbastanza differenti.
Nata nel 2011 è una ulteriore alternativa ai bitcoin e basata su un sistema di scambio delle criptovalute con un protocollo di tipo open source che invia in modo istantaneo i pagamenti online. Il che lo rende lungamente preferibile al Bitcoin. Nel 2013 ha avuto il suo anno d’oro, in termini di popolarità. Poi si è assestato, a ridosso del podio delle criptovalute più capitalizzate.
Ha una storia ancora più remota rispetto al Bitcoin, essendo nata nel 2004 da uno sviluppatore del web sempre sulla logica di condivisione e scambio della moneta virtuale tra membri di una stessa comunità. Ma è stata concretamente lanciata solo anni dopo, nel 2012. Ripple, come già accennato, ha la peculiarità di essere, oltre che una moneta digitale, anche un sistema dove concertire valute diverse senza dover passare per il dollaro. E a condizioni economiche più vantaggiose.
Nel caso delle criptovalute, invece, gli investimenti e i trasferimenti di denaro avvengono nel modo più semplice e diretto, senza particolari intermediari.
Infatti, le criptovalute sono dei mezzi grazie ai quali è possibile “tagliare” gli intermediari finanziari andando a creare un processo che non coinvolge le istituzioni monetarie..
Ecco che, quindi, un vantaggio sicuramente presente nel momento in cui si decida di investire sulle criptovalute è costituito dal fatto di non dover “pagare” alcun intermediario per le operazioni che verranno effettuate.
Inoltre, si può valutare la presenza di un grande vantaggio nell’investire sulle criptovalute, che è costituito proprio dal loro valore. Il mercato, ad esempio, dei Bitcoin vale, ad oggi, più di 40 miliardi di dollari, elemento che dovrebbe certamente far pensare alla possibilità di utilizzare le criptovalute per realizzare degli ottimi investimenti.
Anche le modalità di trasferimento dei fondi con le criptovalute sono vantaggiose. Ogni valuta non ha un valore fisico associato e questo può variare di molto a seconda del momento. Così si potrà approfittare della maggiore valutazione della moneta per effettuare delle operazioni che risultino positive sotto ogni punto di vista.
Per tutta questa serie di motivi le criptovalute attraggono un pubblico sempre maggiore che ritiene sia la strada per il futuro.